LA PSICOTERAPIA IN PRESENZA E LA PSICOTERAPIA

 

Cos’è “The OCD Clinic”?

The Ocd Clinics sono studi clinici e di ricerca privati, presenti in diversi paesi europei (ad Ancona in Italia, a Floriana in Malta, a Dublino in Irlanda, a Parigi in Francia). Presso le nostre sedi è possibile svolgere  con uno psicoterapeuta anche incontri in presenza.

Lo psicoterapeuta durante il percorso segue protocolli di trattamento focalizzati e specifici per le diverse problematiche del paziente, grazie ai quali, il paziente, seguendo alla lettera le indicazioni, raggiunge l’obiettivo desiderato e risolve il suo problema in tempi brevi.

 

Qual è il setting?

Nel nostro caso, paziente e terapeuta sono uno di fronte all’altro.

Il paziente descrive il suo problema e il terapeuta indaga.

Al termine dell’indagine, prima di lasciarsi, il terapeuta, in seguito alla valutazione diagnostica e alla valutazione delle risorse del paziente, concorda con quest’ultimo gli strumenti più adeguati al caso. Le tecniche utilizzate, da mettere in atto nell’intervallo tra un incontro e l’altro, consentono al paziente di gestire il suo problema e al terapeuta di scoprirne il funzionamento.

 

Cos’è la Psicoterapia?

La Psicoterapia, innanzitutto, è CURA. Essa risponde con efficacia ed efficienza alle esigenze dei chi ne fa richiesta quand’è basata sulla ricerca scientifica rigorosa e al contempo flessibile.

 

Su cosa si basa il nostro approccio scientifico?

Il nostro approccio scientifico, elaborato dall’esperienza clinica condotta su migliaia di casi seguiti presso i nostri centri sparsi in tutto il mondo, segue il metodo della ricerca-intervento ed è pragmatico e focalizzato.

 

Come si svolge la nostra psicoterapia?

La nostra psicoterapia segue protocolli di trattamento focalizzati e adattati ad hoc sul caso specifico. Il percorso si sviluppa in quattro fasi: definizione del problema, sblocco, consolidamento e monitoraggio.

  1. La prima fase consiste in un’indagine condotta utilizzando il dialogo strategico elaborato dal prof. Giorgio Nardone, successivamente adattato anche per la telepsicologia (psicoterapia online) con particolari accorgimenti a carattere para-verbale e non-verbali. In questa fase la persona che ha fatto richiesta della psicoterapia descrive il problema e/o definisce l’obiettivo.

Ciò consente di avanzare le prime ipotesi diagnostiche e dopo aver valutato le risorse presenti, si concorda l’intervento più adeguato e focalizzato, per sbloccare il problema o per consentire il primo passo verso l’obiettivo definito.

  1. Il secondo passo è appunto lo sblocco, che giunge già dopo le prime sedute che avvengono con una cadenza bisettimanale. Chi richiede la psicoterapia, seguendo le indicazioni, avverte i primi cambiamenti desiderati. Ciò incrementa la sua fiducia verso il terapeuta a cui tende ad affidarsi ancor di più. La riduzione della resistenza al cambiamento aumenta il livello di collaborazione e l’alleanza col terapeuta.
  2. Le specifiche tecniche focalizzate, che hanno permesso lo sblocco, vanno poi consolidate. Questa fase, per quanto rilevante al fine del successo del processo terapeutico, spesso è sottovalutata da chi si illude di aver raggiunto il traguardo già dopo i primi segnali di cambiamento. Invece, coloro che seguono con regolarità, oltre a riconoscere come possono funzionare meglio, apprendono come sfruttare il potenziale delle tecniche acquisite. In questa fase l’intervallo tra gli incontri si estende: dalla terza/quarta seduta, nella maggior parte dei casi, divengono mensili. Questo, in genere, si verifica per altre tre/quattro sedute.
  3. L’ultima fase è quella del monitoraggio o follow-up, che consiste nell’effettuazione di controlli di verifica. L’intendo è di accertarsi che tutto stia proseguendo per il meglio, come da protocollo. In questa fase le sedute avvengono dopo tre mesi, sei mesi e un anno.

 

Quali sono i tempi della psicoterapia e della seduta?

Il percorso di psicoterapia mediamente si esaurisce in una decina di sedute. Vi sono soggetti con risorse e in grado di collaborare, per i quali è sufficiente una o pochissime sedute per risolvere il problema o raggiungere l’obiettivo.

Invece, la durata della singola sessione può variare in funzione della fase, delle risorse e delle caratteristiche della persona che richiede la terapia.

 

Da cosa prende origine la nostra psicoterapia?

Il nostro intervento tiene conto di tecniche e stratagemmi che si rifanno all’antica tradizione della filosofia cinese, alle più contemporanee tecniche dell’ipnosi di Milton Erikson, della scuola orientata alla soluzione (solution oriented) di Milwaukee, al Mental Research Institute di Palo Alto (CA) e alla scuola di Psicoterapia Strategica Breve di Arezzo fondata dal prof. Giorgio Nardone e Paul Watzlawick, uno dei maggiori esponenti del MRI.

 

Quali sono gli effetti della psicoterapia?

Numerosi studi scientifici attestano gli effetti positivi del follow-up psicoterapeutico. Rispetto all’assunzione di farmaci, la psicoterapia porta a una notevole riduzione del consumo di farmaci in generale e di psicofarmaci, si va dal 50% post-trattamento al 72% nei cinque anni (Keller et al., 1998). Inoltre, oltre il 90% dei nostri percorsi terapeutici dura mediamente 8 sedute, solo un 10% circa va oltre le 15 sedute.

Si osserva che la psicoterapia è più frequentemente richiesta da persone di età pari o superiore ai 35 anni, da donne, da persone separate, da chi svolge un’attività socio-professionale con un livello di istruzione superiore, da chi vive in aree in cui l’offerta di professionisti della salute mentale è elevata e da chi soffre di disturbi mentali comuni gravi e/o in comorbilità (Dezetter, 2012, p. 9).

 

È dimostrabile l’efficacia della psicoterapia?

Indagini di Neuroimmagine, ossia, esami che registrano visivamente la funzionalità dei neuroni nel cervello, provano l’efficacia della psicoterapia tramite metodi di Neuroimaging.

Una serie di studi sperimentali dimostrano l’efficacia della psicoterapia, anche tramite metodiche di visualizzazione in vivo del cervello, come la Tomografia ad emissione di positroni (PET) e la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Sono stati esaminati gruppi diversi di pazienti, affetti da disturbo ossessivo-compulsivo, da fobia specifica o sociale, depressione ed altri disturbi maggiori (Baxter, 1990), riscontrando cambiamenti significativi sia sul piano biologico (Linden, 2006), che su quello comportamentale (Beauregard, 2014).

Le ricerche dimostrano che la psicoterapia apporta cambiamenti nell’attività funzionale cerebrale dei pazienti e miglioramento nel quadro clinico, con cambiamenti delle aree corticali e sottocorticali.

Dunque la psicoterapia come il farmaco modificano l’attività neuronale, solo che la prima non genera nessun fenomeno di tolleranza né sintomi riconducibili ad uno stato di dipendenza da sostanza, mentre il secondo, soprattutto se sospeso, improvvisamente, impatta sulla persona invalidandola e provocandole un enorme malessere psicofisico.

In tutte le psicoterapie i risultati migliori si ottengono tanto maggiore è l’alleanza terapeutica o fiducia tra paziente e terapeuta.

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.