BULLISMO

Il bullismo è un fenomeno complesso e diffuso che può avere gravi conseguenze sulla salute mentale e emotiva di chi ne è vittima.

Il bullismo può manifestarsi in varie forme, tra cui il bullismo fisico, verbale, psicologico e cyberbullismo. Il bullismo fisico coinvolge comportamenti come picchiare, spingere o danneggiare le proprietà altrui. Il bullismo verbale implica l’uso di parole offensive, insulti o minacce. Il bullismo psicologico può includere l’isolamento sociale, la diffamazione o la manipolazione emotiva. Il cyberbullismo avviene attraverso l’uso di tecnologie digitali come Internet e i social media per diffondere messaggi dannosi o intimidatori.

 

Cause e fattori di rischio del bullismo

Le cause del bullismo possono essere molteplici e complesse, spesso derivanti da una combinazione di fattori individuali, familiari, sociali e ambientali. I bambini e gli adolescenti che sperimentano abusi o trascuratezza a casa, che hanno bassa autostima, problemi di comportamento o difficoltà nel gestire le emozioni possono essere più inclini a comportamenti bulli o a essere vittime di bullismo.

 

Conseguenze del bullismo

Le conseguenze del bullismo possono essere devastanti e durature per tutte le parti coinvolte. Le vittime possono sviluppare problemi di salute mentale come depressione, ansia, disturbi alimentari o disturbo da stress post-traumatico. Anche i bulli possono sperimentare conseguenze negative, tra cui difficoltà relazionali, problemi legali e bassa autostima.

 

Intervento e trattamento 

Nella nostra clinica di psicoterapia, offriamo interventi mirati per affrontare il bullismo in tutte le sue forme. Il nostro lavoro può essere svolto con entrambi, sia con le vittime, sia con i bulli. Alle vittime, forniamo strumenti e tecniche per superare il trauma emotivo, migliorare l’autostima, aiutarle a sviluppare strategie di coping per affrontare le loro paure. Il lavoro con i bulli si svolge indirettamente, a tal proposito vai alla pagina dove parliamo dei dop (dei disturbi oppositivi-provocatori).

Inoltre, riteniamo sia necessario offrire sostegno anche ai genitori, agli insegnanti e agli adulti che si occupano dei giovani, in modo da riconoscere episodi di bullismo e rispondere adeguatamente e prontamente ad essi quando si verificano.

 

Videogame e cyber-bullismo

In adolescenza l’unicità e il sentirsi campioni, per certi versi sono necessari e funzionali se non si abusa di niente e nessuno. Purtroppo, frequentemente, si utilizzano quelli più deboli per sentirsi forti e capaci, e sempre più spesso si ricorre alla tecnologia per mettere in imbarazzo, molestare o minacciare i coetanei. Concernente questo tema, a sostegno della tesi che mette in correlazione l’uso dei videogiochi violenti con l’utilizzo della violenza, si riporta uno studio della National Sun Yat-sen University (2014), in cui si osservava nei bambini che usavano videogiochi violenti una maggiore propensione a esperienze di cyberbullismo. A riguardo, Maeve Duggan (2014) riporta che il 16% delle vittime di aggressione elettronica riferiscono molestie durante i giochi on-line. In rete, infatti, sembra in crescita il numero di adolescenti e preadolescenti molestati e che perpetrano cyber-bullismo, detto anche Inter-bullying. Alla stregua delle forme di violenza tradizionali, l’aggressione elettronica è sinonimo di un malessere emotivo sia nella vittima sia nell’aggressore.

I diversi stili di gioco individuati

I progettisti, per raggiungere la più ampia platea possibile, studiano i potenziali utenti, propongono loro un prodotto di cui non dovrebbero poter fare a meno, un prodotto tanto piacevole da catturarli. In un certo senso, si comportano in maniera speculare a chi poi li libera dalla trappola. I risultati delle nostre ricerche sul tema, sulla scia di studi precedenti di altri colleghi (Bartle8 , 1996; Yee, 2015), ci hanno permesso di raggruppare i giocatori in tre categorie: 1. gli illusi-delusi da sé, dagli altri e/o dal mondo. In giovane età sono ribelli con atteggiamenti oppositiviprovocatori. Per loro il gioco rappresenta un modo per riscattarsi, per vendicarsi e per ottenere potere. Si possono percepire o vittime di se stessi, o vittime di altri, oppure vittime di un mondo fatto male. Tendenzialmente sono persone facili alle illusioni con alte aspettative spesso disattese, per questo si chiudono nel loro mondo. Il climax del malessere lo possono raggiungere verso i trent’anni, quando si rendono conto di aver sprecato una bella fetta di vita a giocare e ad accumulare fallimenti e rabbia. Prediligono giochi “sparatutto” (killer) e quelli dove bisogna conquistare territori o avanzare di livello (achiever); 2. gli incapaci consapevoli. In questa categoria rientrano quelli che giocano con amici in carne e ossa9 e coloro che giocano on-line per non sentirsi soli. Sono giovani adolescenti, caratterizzati da bassa autostima, sfiducia nelle proprie capacità, con un reale o presunto difetto fisico, cresciuti in un clima familiare iperprotettivo che finisce per renderli inetti e dipendenti. Il gioco, per loro, diventa la via più semplice per fare amicizia e socializzare. Così facendo, si privano delle possibilità che offre la vita, non mettendosi alla prova aumentano il loro senso di incapacità e di inadeguatezza. Di solito si specializzano in un gioco che prevede un vincitore e un vinto. Un esempio sono i giochi di sport (calcio auto ecc.). Anche costoro, nel tempo, possono trasformarsi in giocatori killer o achiever, infatti come questi ultimi fanno giochi in cui possono dimostrare di essere più forti; 3. infine, abbiamo gli iper-razionali o esploratori, giocatori a cui piace scoprire la meccanica di gioco andando a scovare le parti meno evidenti e/o nascoste, compresi gli errori di programmazione. Sono curiosi, attratti dalle novità e, al fine di arricchire la propria esperienza di gioco, ne studiano minuziosamente i dettagli. Mostrano un interesse relativo per gli obiettivi del gioco. Questi giocatori possono essere professionisti dell’informatica o cultori dei videogiochi on-line a cui dedicano tanto tempo fino a diventare esperti. Giocando a fare gli analisti, anche loro rischiano la dipendenza. Abboccano come pesci: pensando di controllare il gioco, finiscono per esserne controllati e non poterne più fare a meno. Il gioco, in certe tappe della crescita come l’infanzia e la fanciullezza, è l’attività principale, ma è altrettanto necessario anche in tutte le altre fasi della vita, seppur in misura minore e/o in modo diverso: per esempio, nei momenti ludici, per concedersi un meritato riposo. A prescindere dall’età della persona, dal gioco che si pratica ecc., è importante che esso conservi le sue peculiarità e non venga snaturato, come succede quando si perde il controllo e da gioco si trasforma in schiavitù. È doveroso ribadire, anche in questo capitolo, che non tutti coloro che fanno uso dei giochi on-line diventano abuser e addict. I rischi maggiori li corrono i giovani vulnerabili e quelle persone che si isolano e che non hanno amici; chi ha difficoltà personali e relazionali e/o che attraversa momenti difficili.

 

Conclusioni

Il bullismo richiede un’immediata attenzione e azione. Nella nostra clinica di psicoterapia, ci impegniamo a fornire un ambiente sicuro e accogliente dove le persone possono ricevere il supporto e il trattamento necessari per superare le esperienze di bullismo e guarire emotivamente. Contattaci oggi stesso per saperne di più su come possiamo aiutarti o aiutare qualcuno che conosci a superare il bullismo.