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I DISTURBI DELL’UMORE sono un insieme di problematiche caratterizzate da un’alterazione del tono dell’umore, che può manifestarsi come:
A seconda della presenza o meno di episodi maniacali, per le loro differenti peculiarità, il DSM-5 divide in due categorie distinte i disturbi dell’umore: disturbi depressivi maggiori (unipolari) e disturbi bipolari.
I disturbi dell’umore sono tra le patologie mentali più comuni al mondo, superate solo dai disturbi d’ansia. Sembra che i disturbi dell’umore siano in costante aumento, soprattutto nei paesi occidentali, dove circa il 17% della popolazione ne soffrirà nel corso della vita (NCS-R). Anche in Italia, l’incidenza è elevata, con oltre l’11% della popolazione che ha sperimentato un episodio depressivo (European Study on the Epidemiology of Mental Disorders). Si calcola che nel nostro paese soffrano di depressione quasi 5 milioni di persone, prevalentemente donne.
Questi disturbi influenzano profondamente la qualità della vita delle persone, compromettendo le relazioni sociali e la capacità lavorativa.
Dai nostri studi clinici abbiamo osservato che i disturbi dell’umore molto frequentemente sono diagnosticati anche quando il «malato» è affetto da altre problematiche.
Abbiamo osservato che vari possono essere le difficoltà, i problemi e i disturbi che possono produrre reazioni associate a stati depressivi o a quelle variazioni umorali definite come bipolarismo o ciclotimia (passaggio da uno stato maniacale ad uno stato depressivo).
Il disturbo dell’umore, quindi, più che una malattia, sarebbe da considerarsi una sofferenza che può scaturire da disagi diversi che fanno sfociare la persona nella rinuncia.
Il paziente con tali disturbi, infatti, giunge a credere di non poter fare altro che arrendersi (alla vita, agli eventi, agli altri, al mondo) di fronte ai piccoli ostacoli, o in seguito a periodi più o meno lunghi maniacali in cui agisce in maniera sconclusionata.
Il paziente con alterazioni umorali rinuncia e si trasforma in vittima, poiché subisce la realtà che sente di non essere in grado di affrontare: avverte un senso di impotenza. Oltre alla rinuncia, che può riguardare le attività lavorative, ludiche, relazionali…, chi ha questo disturbo è accomunato da altre tentate soluzioni fallimentari, come: il sentirsi vittima, l’isolamento emotivo e la delega.